In determinate condizioni di luce scompare letteralmente, ma è difficile non notare l’arciere invisibile, una scultura di Quirino Cipolla realizzata dai detenuti della Casa circondariale di Rebibbia Nuovo complesso con il supporto di “Seconda Chance”. Dal febbraio scorso è stata esposta nel corridoio di ingresso di Giurisprudenza, negli spazi del Polo aule DAMS, di nuovo a Giurisprudenza e poi chissà in quali altri luoghi.
L’arciere invisibile raffigurato sembra indicare una traiettoria, un percorso, un ponte da percorrere, con evidenti analogie con il percorso post carcere che aspetta i detenuti alla fine della pena. Un percorso diritto, come appunto la traiettoria di una freccia, scevro da deviazioni.
La materialità della scultura e l’esperienza dei detenuti nel costruirla rappresentano il punto di partenza per un dialogo che si propone di ampliare la percezione del carcere come istituzione e la relativa esperienza detentiva.
L’opera è realizzata interamente con rete metallica in più strati sovrapposti per un’altezza di quasi tre metri. Opere similari dello stesso artista sono state usate in esposizioni per la FAO e in siti storici come il chiostro di palazzo Borromini anche per le caratteristiche che consentono di amalgamarsi al meglio in luoghi di interesse storico.